Si respira aria di casa entrando da Astarita. Non manca mai un gesto di cordialità verso chi varca la soglia della storica sede di piazza Pompeo Castelli, a Milano.
Il cliente diventa ben presto amico e la sensazione è di essere assistiti in base alle proprie esigenze e mai quella di essere oggetto di una tentata. Appena superato l’ingresso si incontra il reparto ottica, guidato da Marco Astarita; pochi passi dopo si entra nel mondo hi-tech con Fotografia e Telefonia, gestito da Daniele Astarita.
Due fratelli, co-titolari dell’attività, che hanno raccolto il testimone dal papà che, nel 1975, ha aperto un negozio capace di attraversare diverse fasi dell’evoluzione del mercato. Incontriamo proprio Daniele che esordisce ricordando le difficoltà di suo padre nell’aprire il primo punto vendita. Energie imprenditoriali di altri tempi, che Daniele sintetizza con una battuta che papà Astarita rivolgeva alla mamma: “tieniti stretti i figli, perché se no ti vendo anche loro…”.
Daniele, la verità è che avete raccolto con forza l’eredità del negozio…
Si, papà ci disse che avrebbe aperto il negozio e ci fece promettere che ci avremmo lavorato dentro. Io e Marco abbiamo mantenuto l’impegno e rinnoviamo la promessa ogni giorno. Lavorare coi nostri genitori è stata un’esperienza speciale che ci ha responsabilizzato anche nei confronti di collaboratori e clienti. L’abbiamo usata come punto di partenza per evolvere l’attività, che oggi può contare su quattro punti vendita.
Lavorare sotto un’insegna comune, ha portato dei vantaggi?
Certamente in termini logistici e commerciali abbiamo avuto dei benefici, ma ci tengo a dire che ognuno dei punti vendita riesce a mantenere viva e a riprodurre una filosofia che ci rende sempre e comunque riconoscibili. Una delle più grandi soddisfazioni arriva quando qualche cliente passa da me e mi conferma che negli altri negozi ha ricevuto lo stesso tipo di assistenza e trattamento che avrebbe ricevuto qui in Piazza Castelli.
Che importanza ha la telefonia nell’economia del negozio?
La telefonia ha un ruolo strategico, perché viene contestualizzata in un’idea di servizio ad ampio spettro. Di fatto, il nostro cliente può usufruire di una moltitudine di opportunità, che spaziano dall’acquisto dell’occhiale a quello di materiale fotografico, fino al grande mondo della telefonia mobile che comprende la parte di accessori e quella dei gestori.
Ecco, torniamo il tema del servizio.
Sì, quello del servizio è una sorta di nostro modello di business. Ma attenzione, sto parlando di un modello spontaneo non artefatto. Siamo in una zona che raccoglie diversi bacini di utenza, cerchiamo di offrire assistenza a chi non ha molta dimestichezza con la tecnologia, ma anche agli appassionati e ai professionisti.
Cosa ne pensi della comunicazione via social network?
Capita di discutere internamente della possibilità di allocare in modo diverso alcune energie. I social richiedono tempo e forse siamo in leggero ritardo con questo tipo di comunicazione, ma siamo convinti dell’esigenza di spingere sempre sul tasto del servizio e sappiamo che quello dei social è un treno sul quale possiamo ancora salire per dare ulteriore impulso alla nostra azione. Aggiungo anche che la struttura esistente ha resistito a fenomeni avversi come il Covid e mi piace pensare che ciò che non è stato fatto sarà qualcosa da poter fare domani e quindi una fonte di novità e motivazione.
Qual’è la vostra strategia nel mondo “mobile”?
L’attività in questo ambito è assai meno remunerativa di un tempo, ma come dicevo, fa parte di una più ampia strategia del negozio. Certo, la vendita degli smartphone crea meno marginalità operativa e anche la gestione dei gestori è piuttosto complessa, per via di tariffe sempre più difficili da interpretare, ma è innegabile che il saldo di questo reparto resti positivo e funzionale al concetto di multicanalità che perseguiamo.
Argomento spinoso, cosa ne pensa della vendita online?
Indubbiamente i negozi online rappresentano una buona opportunità per tutti. Si sente però, la forte esigenza di un controllo maggiore dei canali distributivi, per dare coerenza ai listini. Noi abbiamo consolidato un sistema di composizione del prezzo che prevede una sana gestione d’impresa e giusti margini, che partono da acquisti presso fonti certe e dotate di totale trasparenza in ogni scenario.
Mi piacerebbe anche che, nella fase di acquisto di un prodotto, il consumatore avesse lo stesso atteggiamento di correttezza che pretende nel proprio lavoro.
In sintesi, anche l’accettazione di una filiera di vendita leggermente più costosa va vista positivamente, perché una lieve differenza di prezzo fa parte delle normali dinamiche di concorrenza, mentre una discrepanza eccessiva nasconde qualcosa di anomalo.
Ci vuole consapevolezza, anche da parte dei consumatori.