di Federico Farioli
In attesa delle approvazioni delle autorità nazionali, abbiamo provato a ipotizzare le sfide e le opportunità dell’operazione del colosso elvetico.
L’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom rappresenta un evento di grande portata con il potenziale di ridisegnare il panorama del mercato telco italiano. Abbiamo provato a costruire alcune ipotesi, previsioni e analisi, frutto solo della nostra esperienza, senza aver accesso a dati riservati ma analizzando alcune delle possibili implicazioni di questa operazione, con l’obiettivo di fornire una panoramica delle sfide e delle opportunità che essa potrebbe generare.
Le dinamiche post-annuncio
L’accordo tra Swisscom e Vodafone Italia è stato sottoscritto il 15 marzo 2024. La finalizzazione dell’operazione è subordinata all’approvazione da parte di diverse autorità di regolamentazione, sia a livello nazionale che europeo, tra cui l’AGCM, l’AGCOM, il MISE e specifici enti regolatori dell’UE. Si prevede che questo processo di revisione e approvazione possa estendersi fino a un massimo di 12 mesi.
Il futuro dei marchi
Nel futuro post-acquisizione, Fastweb è il brand destinato a emergere, mentre Vodafone dovrebbe gradualmente scomparire entro cinque anni.La creazione di un nuovo marchio è improbabile, data la complessità e i costi elevati. Precedenti fusioni, come Wind e 3 Italia, lo dimostrano. Fastweb ha già un brand solido, mentre Vodafone ha già ritirato il brand a seguito di operazioni di vendita o fusioni anche in altri mercati internazionali.
Un caso particolare è ho-mobile. Fastweb potrebbe decidere di continuare con una strategia “dual brand”, salvo che le autorità di regolamentazione non indichino la cessione a terzi dell’asset come possibile “rimedio”.
Strategia della “Nuova Fastweb”
La strategia della “nuova Fastweb” si articola su tre direttrici per consolidare il futuro dell’azienda nel panorama italiano delle telecomunicazioni e della tecnologia.
Stabilizzare i ricavi e ottimizzare i costi è il primo obiettivo, con un target di risparmio di 600 milioni di euro annui entro il 2029. L’integrazione efficiente delle due entità, che si concluderà nel 2027, e la gestione oculata dei costi saranno cruciali in questa fase.
Fidelizzare e monetizzare la base clienti rappresenta la seconda chiave di volta. In un mercato saturo come quello italiano, la strategia si concentra sull’ampliare l’offerta oltre il core business. L’introduzione di servizi come la vendita di energia elettrica, già avviata da Fastweb (si veda l’articolo a pagina 4), ne è un esempio concreto. Soluzioni convergenti che uniscono rete mobile e broadband fissa completeranno il pacchetto, rafforzando la fedeltà dei clienti e la percezione del valore offerto.
Investire in nuovi servizi è la terza direttrice, proiettata verso il futuro. Lo sviluppo di prodotti e servizi tecnologici innovativi per il mercato residenziale, aziendale e delle pubbliche amministrazioni rappresenta la chiave per la transizione da operatore TelCo a compagnia TechCo. Sfruttando gli asset esistenti come la rete mobile e broadband, Fastweb punta a generare nuovi flussi di ricavo e affermarsi come leader nel panorama italiano.
Le strategie di ottimizzazione dei costi: rete mobile e broadband
L’integrazione della rete mobile Vodafone in Fastweb comporterà una migrazione graduale dei clienti Fastweb verso la rete Vodafone, con un potenziale risparmio sui costi di RAN sharing e roaming.
Per la rete broadband, diverse opzioni mirano a ottimizzare l’accesso, come il trasferimento sugli apparati passivi di Vodafone dei clienti Fastweb su rete FTTH OpenFiber, la migrazione dei clienti Vodafone su rete TIM wholesale alle condizioni vantaggiose di Fastweb (socio FiberCop), o la migrazione della base clienti Fastweb FWA su rete FWA 5G di Vodafone.
Nelle aree non coperte da FTTH, si valuterà la migrazione dei clienti di entrambi i brand da FTTC a FWA 5G.
L’obiettivo è massimizzare l’efficienza e la capillarità delle reti, bilanciando il risparmio con la qualità del servizio per la soddisfazione dei clienti.
Prospettive per la rete di distribuzione e vendita
L’unione di Fastweb e Vodafone Italia avrà un impatto significativo sulla rete di distribuzione e vendita. Le esperienze passate, come la fusione tra Wind e 3 Italia, indicano una razionalizzazione dei punti vendita e un’intensificazione della competizione interna.Le reti di vendita sono un costo importante per gli operatori Telco, sia in fase di acquisizione sia in quella di gestione dei clienti. I possibili sviluppi includono:
- Riduzione delle sovrapposizioni: eliminazione di punti vendita duplicati, come due negozi adiacenti nello stesso centro commerciale.
- Espansione capillare: aumento della capillarità per raggiungere una base clienti più ampia e promuovere nuovi prodotti e servizi.
- Considerazione delle tendenze di mercato e differenze locali: la tendenza della chiusura di punti vendita è più frequente nel nord Italia. La diversa densità dei punti vendita tra Vodafone e Fastweb indica disparità geografica nella copertura di mercato.
- Integrazione dei canali di vendita: Vodafone ha oltre 600 negozi monomarca e 2000 dealer, Fastweb circa 200 monomarca e 1300 dealer. Bisogna considerare anche i dealer multimarca, la grande distribuzione specializzata, i punti vendita temporanei e i master dealer.
Il caso particolare di ho-mobile: Con oltre 3000 punti vendita specializzati e 2000 punti di ritiro, ho-mobile rappresenta un caso da valutare attentamente. - Gestione della distribuzione attraverso i master dealer: la nuova entità dovrà valutare attentamente questo aspetto. La società VND, distributore unico nazionale per Vodafone e ho-mobile, non è esplicitamente menzionata nei documenti ufficiali ma è implicitamente inclusa come entità controllata da Vodafone Italia. Fastweb ha invece instaurato relazioni con diversi master dealer a livello locale e nazionale. Ci troviamo di fronte a due modelli distinti di gestione distributiva: uno centralizzato con costi diretti (VND) e uno basato su partnership esterne (Fastweb).
Visione futura del canale retail nel settore Telco
Il panorama del retail nel settore delle telecomunicazioni è in piena evoluzione. Non basterà però soltanto ottimizzare i costi e razionalizzare i punti vendita: è necessario ripensare completamente il modello di distribuzione per rispondere alle nuove esigenze dei clienti e alle sfide competitiveI flagship monomarca dovranno diventare veri e propri spazi esperienziali, dove i clienti potranno immergersi nel brand e nelle sue innovazioni. Per i punti vendita multimarca e multiservizio, invece, la sfida sarà quella di aggregarsi per investire in comunicazione e marketing e adottare tecnologie avanzate per aumentare l’efficienza e la competitività rispetto ai canali digitali.
La fusione tra Fastweb e Vodafone rappresenta un’occasione unica per testare nuovi modelli di distribuzione omnicanale. L’obiettivo è creare un ecosistema di vendita che valorizzi le diverse esigenze dei consumatori e offra una proposta di valore coerente e differenziata.
Conclusioni
La fusione tra Fastweb e Vodafone Italia rappresenta un’occasione cruciale per rinnovare il settore delle telecomunicazioni, superando il modello tradizionale ormai obsoleto.
Il problema principale è la difficoltà di generare innovazione e marginalità con i servizi tradizionali, come quelli mobile e broadband. I consumatori li considerano beni di consumo basilari, senza differenze sostanziali, e la concorrenza si basa principalmente sul prezzo.
La chiave del successo per la nuova entità sarà quindi andare “oltre il core business Telco”, offrendo nuovi prodotti e servizi che superino le aspettative dei clienti.
Per avere successo, la nuova entità dovrà non solo tenere il passo con queste innovazioni, ma anticiparle, creando soluzioni che sfruttino le reti esistenti per offrire servizi che vadano oltre la semplice connettività.
Solo così potrà ridefinire il suo ruolo nel panorama digitale, trasformandosi da mero fornitore di infrastrutture a leader nell’innovazione delle telecomunicazioni.